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LA STORIA

Come ebbe inizio...

  

INTRODUZIONE

Il Subbuteo, il gioco più bello mai inventato. E' tramite il Subbuteo che i managers dei clubs inglesi anni 60, 70 e 80 spiegavano la tattica ai loro giocatori. E' con il Subbuteo che molti calciatori professionisti e non, passavano il loro tempo libero, se si escludono le donne e i pubs. E' tramite il Subbuteo che, in Italia, alla fine degli anni settanta e primi ottanta molti ragazzini (tra cui il sottoscritto) appassionati di calcio inglese scoprirono per la prima volta i colori delle maglie dei clubs d'oltremanica.  Il gioco nacque in Gran Bretagna nel 1947 da un'idea dell'ornitologo Sir Peter Adolph, che riprendeva, però, quella di un gioco già esistente dagli anni trenta, il New Footy, creato da W.L. Keelings. Originariamente Adolph avrebbe voluto chiamare il gioco The Hobby; il termine in inglese significa "passatempo", ma designa anche una specie di falco diffuso – tra l'altro – in Toscana, il lodolaio. Dal momento che il termine "Hobby", secondo l'Ufficio Brevetti inglese, non era registrabile, l'inventore del gioco prese in prestito parte del nome scientifico: quello di Falco subbuteo.  Nel 1946, Peter Adolph era pronto a far conoscere al mondo la sua invenzione, ma come fare? Niente di meglio che mettere un annuncio su quello che era all'epoca uno dei giornalini per ragazzi più diffusi in Inghilterra.  Ed ecco qui sotto il primo annuncio di un "timido"  Peter Adolph sul giornalino "Boy's Own" dell' agosto 1946. Naturalmente il nome Subbuteo non era stato ancora "partorito" ed il buon Peter proponeva il suo gioco con il nome "Table Soccer". "TABLE SOCCER" The replica of association football, played with 22 miniature men, ball and goals. All the thrills of real football ! Dribbling, corner and penalty kicks, offside, goal saves, injuries, etc. Send 3d stamp for full details and price list to:- P.A. Adolph, The Lodge, Langton Green, Tunbridge Wells, Kent. Sir Adolph si rivolse a numerose alter testate giornalistiche e settimanali per ragazzi, come il Children's newspaper dove le segnaliamo il 1-5-48, il 20-3-48, il 10-09-49, il 31-12-49, il 18-02-50 e il 15-07-50.  

Il gioco ha avuto grande diffusione anche in Italia soprattutto durante gli anni settanta e ottanta. Nel corso degli anni novanta l'azienda produttrice del gioco (la Subbuteo Sports Games Ltd, compagnia della Waddingtons Games già produttrice di un gioco negli anni ‘60), fu acquisita dall'azienda statunitense produttrice di giocattoli Hasbro la quale, però, nel 2000 interruppe la produzione del gioco considerandolo non più competitivo nei confronti dei nuovi videogiochi di argomento calcistico. La produzione del gioco è continuata, in Italia, fino al 2003 grazie ad una licenza concessa al distributore locale, la ditta Edilio Parodi, che ha inoltre creato una nuova versione del gioco da tavolo chiamata "Zëugo" (gioco in genovese). Il marchio Subbuteo è ricomparso ufficialmente in Italia nel 2009, grazie ad una collana edita dalla Fabbri Editori su licenza Hasbro e distribuita nelle edicole. In Italia segnaliamo invece la prima uscita pubblicitaria dal 1971 anni in cui la ditta Parodi iniziò la distribuzione nazionale. Con il Corriere dei piccoli nr 46 del 1971, mentre su Topolino la prima pubblicità apparì sul nr 832 del 1971, mentre sull’almanacco nr 198 del 1973 si pubblicizzò l’evento della Coppa del Mondo del 1074 e sull’Almanacco Panini nel 1972.


LE PRIME FORME DI TABLE SOCCER 


Il gioco del calcio, così come la corrispondente versione da tavolo, è nato in Inghilterra verso la fine del XVIII secolo e, sin dagli inizi, ha visto crescere in modo inarrestabile, il numero dei suoi estimatori.  La leggenda narra che la prima rudimentale forma di calcio da tavolo, sia nata per opera dei marinai inglesi, i quali non potevano praticare il football per mancanza di spazio a bordo delle navi. Con del piombo, quindi, si fabbricarono delle primitive sagome di giocatori in miniatura, che utilizzavano per calciare una palla grande quanto una di quelle impiegate per il ping-pong. Questa è, probabilmente, la vera origine del calcio da tavolo e, con altrettanta probabilità, da qui trasse l'ispirazione W.L. Keelings per creare il gioco del calcio in miniatura. Esistevano già due versioni (siamo intorno agli anni 20 nell'Inghilterra della crisi economica) di gioco del calcio, il "Blow Football" e lo "Shoot", ma erano un poco prive di realismo. 


Tra il 1945 ed il 1947, Peter Adolph un ornitologo di stato appassionato del gioco del calcio da tavolo, decise  di aumentare il realismo non soltanto del gioco in senso dinamico del termine, ma anche dei materiali, introducendo la realizzazione delle figurine in tridimensionale.  Il risultato delle prime produzioni fu straordinario ed il nuovo progettista decise di brevettare il suo calcio da tavolo con il nome di Hobby, termine inglese con il quale si identifica il falco lodolaio. Il nome non fu accettato e, così, Peter Adolph decise di usare solo una parte del nome scientifico del rapace, che in latino è noto come Falco Subbuteo. 
 Una volta ottenuto il brevetto, fondò la società Subbuteo Sports Game con il quale iniziò la produzione del suo gioco, che a parte alcuni materiali, era piuttosto simile al Newfooty.  


(altro gioco molto diffuso all’epoca in Inghilterra il Flipkick, dagli anni ‘50)



Vi presento il PELEBOL, ovvero uno degli oggetti piú rari dell'universo Subbuteo.


Il Pelebol é uno dei versanti piú inesplorati dell'universo Subbuteo, che come sempre dispensa nuove sorprese e curiositá.

In un paese dove il calcio é parte integrante della vita, sembrava che l'introduzione della versione Brasileira del nostro caro Subbuteo dovesse davvero spopolare. E per rendere il lancio ancora piú contundente ed assicurare un grande successo all'operazione, la poderosissima azienda Estrela acquisí il brand numero uno del paese, nientemeno che O Rei Pelé!

Si decise quindi di chiamare il gioco Pelebol per facilitarne la penetrazione nel mercato, anche se il logo Subbuteo appariva sulle confezioni a ricordarne l'origine britannica.

Era il lontano 1979... Estrela mise in vendita diversi articoli PeleBol.

Due scatole tipo Club Edition, con due squadre, due palline, porte, campo e bandierine. Disponibili in due allestimenti, con Santos e Flamengo o Corinthias e Palmeiras, ricevettero i codici 20.18.20 e 20.18.21. Inoltre furono prodotte sei squadre, corrispondenti al Corinthias (20.18.00) Flamengo (20.18.01) Santos (20.18.02) Palmeiras (20.18.03) Internacional Porto Alegre (20.18.04) e la Canarinha, il Brasile (20.18.05).
 Le scatole delle squadre contenevano un manuale di istruzioni ed una pallina.
 Il catalogo PeleBol si completava con un set di due palline (20.18.50), un Portiere (Goleiro, 20.18.51), il panno di gioco (20.18.52) ed una porta (Trave, 20.18.53).

Le miniature si producevano su plastica bianca, rossa e gialla per i giocatori di campo e grigia per i portieri. Venivano poi colorate a mano per realizzare le varie refs, non dalle amate massaie del Kent ma da stupende garotas brasileiras in una piccola fabbrica situata in una spiaggia di Rio. La fabbrica di Estrela era a Sao Paulo e di garotas in bikini nada de nada.

A prima vista sembrerebbe che volutamente si fosse lasciato uno spazio per introdurre nuove refs di squadre tra la ref. 05 e la 20. Ma il destino aveva deciso altrimenti....

Erano anni difficili per il paese, colpito giá dall'inizio degli anni settanta da una forte inflazione, che fini per provocare il collasso del Cruzeiro e l'effimera introduzione del Cruzado a metá degli ottanta. Proprio nel corso del 1979 scoppió la seconda crisi petrolifera che ebbe effetti particolarmente devastanti in Brasile, con ripetute svalutazioni forzate della moneta locale.

Solo pochi privilegiati poterono permettersi il lusso di comprare un set Pelebol, conosciuto come Pelebol Grande (la scatola completa) e Pelebol Pequeno (la semplice squadra con pallina).

Quindi la pessima congiuntura economica penalizzó fortemente il nostro Pelebol, che tradí le ambiziose previsioni di vendita di Estrela e restó sul mercato solo quel fatidico anno 1979.


     

 IL GIOCO DEI TAPPI

Il gioco dei tappi era un gioco praticato dai bambini in età scolare che consisteva nell'utilizzo di tappi a corona per compiere sfide di precisione e potenza. Il gioco dei tappi nacque, in Italia, nel secondo dopoguerra, in seguito alla grande diffusione dei tappi a corona, precedentemente quasi sconosciuti. Ogni regione, provincia, quartiere e scuola ha i propri regolamenti e schemi, ma la sostanziale abilità consiste nel lanciare il tappo poggiato sul piano di gara con la corona verso l'alto, mediante un colpo a scatto delle dita (l'indice viene "caricato" prima di essere rilasciato dal pollice o viceversa), facendo in modo che il tappo percorra la distanza voluta senza che si capovolga. In alcune località il gioco dei tappi veniva chiamato gioco dei sinalcoli, dal nome dei tappi della Sinalco. In emulazione delle corse ciclistiche, era anche diffusa l'usanza di ritagliare dai giornali i volti dei corridori preferiti e incollarli sulla parte in sughero, versando cera di candela fusa; in questo modo il giocatore otteneva la personalizzazione del proprio tappo, anche aumentandone il peso e rendendolo più stabile e veloce.

Tiro a distanza: consiste nel tirare con un dito a molla, un colpo al tappo messo di schiena e vedere chi raggiunge la distanza maggiore partendo da una linea segnata sul terreno. Chi vince prende i tappi degli avversari per la propria collezione.

Carambola con i tappi: consiste nel cercare di colpire il tappo dell'avversario. Partendo da due punti distanti tra loro, i due contendenti a turno colpiscono il proprio tappo e cercano di mirare e di colpire quello del rivale; allo stesso tempo cercano di schivare i colpi dell'antagonista posizionandosi distanti.

Guerra dei tappi: (è una variante della carambola); consiste in una sfida tra vari giocatori ognuno dei quali schiera una formazione di 15 tappi tra i quali si distinguono un tappo generale, che necessita di tre colpi per essere eliminato, e due tappi vice generale che necessitano di due colpi per venire eliminati. I restanti 12 tappi sono chiamati soldati semplici. Lo scopo del gioco è quello di eliminare tutti i tappi degli avversari.

Partite con i tappi: due giocatori si fronteggiano con due squadre di tappi diversi su un minicampo con le porte e una pallina. (Versione economica del subbuteo).

Circuiti o piste con i tappi: viene creato un percorso a curve (generalmente con salite, discese e ostacoli vari). A turno i giocatori (come nel gioco delle biglie) danno un colpo al tappo per tentare di arrivare al traguardo prima degli altri. Il percorso può essere simile ad un tracciato aperto con un inizio ed una fine (come una classica tappa ciclistica) ed allora, generalmente, viene chiamato circuito, oppure può essere simile ad un tracciato chiuso (come un velodromo) ed allora viene chiamato pista.

Ciclotappo è il nome con il quale è stato ufficializzato quest'ultima variante del gioco. Su una pista disegnata con il gessetto in spiazzi all'aperto, i giocatori fanno avanzare i tappi, personalizzati all'interno con figurine di ciclisti, mediante lo scatto di un dito per dar vita a una competizione che ha le stesse caratteristiche di una corsa ciclistica. Esistono numerose varianti regionali del popolare gioco, sia per quanto riguarda i materiali usati, sia per quanto riguarda le regole e le denominazioni. 

BOTAO: O CHUTE è TUDO

Botão: o chute è tudo. Botão (bottone) è un tipo di calcio da tavolo nato per le strade di Rio come passatempo ed espressione della voglia di emulare i propri idoli calcistici di chi non aveva i mezzi o il fisico per dedicarsi al calcio vero e proprio. Giocare a botão significa dare colpetti a bottoni o pezzi di plastica arrotondati che su tavoli di legno acquistano un’anima e diventano i calciatori preferiti: la potenza simbolica delle figurine coniugata alla possibilità dinamica del calciobalilla, più un tocco di fantasia brasiliana.

Chiamato agli esordi futebol celotex, dal nome dei pannelli isolanti ideali per essere trasformati in tavoli da gioco, nel 1988 diventa uno sport ufficialmente riconosciuto dal Consiglio Nazionale dello Sport (CNA) e si espande in tutto il Brasile e in altri stati dell’America latina (Argentina, Uruguay e Perù). La passione per il botão coinvolge e unisce persone di tutti i tipi, da cantanti famosi come Chico Buarque a fabbricanti di bottoni, agli abitanti di una favela, superando in questo modo le distinzioni di classe, età e latitudine.

Attraverso le vicende dei “calciatori” di questo documentario raccontate in prima persona si può osservare da vicino la realtà quotidiana di un Brasile semplice e reale, che raramente trova la possibilità di essere visto, nascosto dietro gli altisonanti clamori del Carnevale o del calcio ufficiale. E ritrovare lo slancio infantile, l’ambizione al divertente, la capacità di immaginare e di rendere serio e importante ciò che non lo è: il gioco. Il calcetto o Celotex, invece, è un gioco simulato di calcio praticato con bottoni appropriati, che, in un certo senso, rappresentano i giocatori e vengono spostati con l'ausilio di una canna; E’ praticato come un "hobby", e come la concorrenza.


I bottoni di gioco del calcio è stato inventato nel 1930 dal brasiliano Geraldo Decourt 



FOOTBALL

"Football" era un gioco diffuso negli anni 50, costruito in latta, con giocatori che possedevano un meccanismo con una gamba mobile tramite una serie di molle e tiranti con filo di ferro, posti al di sotto del piano di gioco. Questo permetteva il tiro della palla tramite una leva posta sul fondo del campo di ogni rispettivo giocatore. 


  

GIOCAGOAL

Il GIOCAGOAL è un gioco prodotto dalla dita ATLANTIC che si diffuse moltissimo in Italia, come alternativa economica al Subbuteo. Ogni confezione comprendeva le istruzioni di montaggio, le regole del gioco, mezzo campo di gioco in cartone, con i bordi dei colori sociali della squadra contenuta nella confezione e lo scorrevole per il suo collegamento, una porta, due bandierine del corner, una panchina, un segnapunti, un pallone. C’erano 14 basi e una serie completa di figurini, in scala circa 1/72 composti da: 11 giocatori in diverse posizioni di gioco, un guardialinee, un allenatore e un massaggiatore. Le squadre si identificano dal colore della base e da quello del giocatore, che insieme riproducono quelli delle varie società. Il campo consisteva in una base in cartone lunga circa 70 cm e larga circa 45 cm. Il Supergiocagoal, uscito alla fine del 1974, era la versione migliorativa, con campo intero lungo circa un metro, due squadre e tutto l'occorrente.


TOTAL ACTION FOOTBALL

  

TAF 4-2-4 TABLE FOOTBALL


SUPER SOCCER BALYNA



IL NEWFOOTY 


 Dopo avere studiato a lungo il modo per riprodurre il più fedelmente possibile le azioni di gioco, W.L. Keelings creò il suo gioco del calcio da tavolo, tagliando dei piccoli piedistalli di gomma per le basi dei calciatori e delle sagome in cartone rigido. Dopo vari tentativi riuscì a trovare le dimensioni più adatte e provvide a realizzare le porte in metallo e la pallina in sughero.  Il campo fu fatto con le linee in gesso su una coperta e, subito dopo, iniziò la stesura delle regole di gioco, con l'introduzione del noto "colpo di dito" per il movimento dei giocatori. L'ultima soluzione in termine di tempo fu la realizzazione dell'asta per azionare il portiere. Il successo di questa prima edizione del gioco fu strepitoso, così, il suo autore decise di commercializzarlo non prima di averne ottenuto il brevetto il 25 Maggio del 1929 con il nome di Newfooty.  La prima versione commerciale venne messa assieme con le basi realizzate a Londra da ACME Seals, le miniature a Bristol da Robinson e con i palloni di gioco importati dalla Germania. W.L. Keelings si occupò personalmente della realizzazione delle porte in metallo trattato antiruggine nella versione lusso ed in foggia normale per le scatole economiche. Un rettangolo di gioco con le linee di gesso ed il cerchio di centro campo grande come un disco da 78 giri, completano la confezione, che è consegnata esclusivamente per posta (questa modalità di vendita è durata sino agli anni 50).  Nel 1933, la crescita degli affari lo fece trasferire in una casa più grande al numero 38 di Barlow's Lane, nel distretto di Fazakerly a Liverpool, dove poté incrementare la produzione per soddisfare le richieste degli appassionati. Il numero di questi, infatti, era cresciuto a dismisura, nonostante l'unica forma di pubblicità del gioco fosse il "passa parola". Tutto questo durò sino al 1939, anno in cui scoppiò la II Guerra Mondiale, che interruppe lo sviluppo e la produzione del gioco sino al 1947. Nel frattempo, W. L. Keelings trovò un accordo con i proprietari del laboratorio fotografico presso il quale lavorava, per avviare una produzione industriale del proprio gioco. In poco tempo gli affari si svilupparono notevolmente e la prima forma di distribuzione per posta, fu sostituita da quella più tradizionale fatta attraverso i negozi.  Nel frattempo la febbre per queste due versioni del gioco del calcio da tavolo crebbe e numerose formazioni inglesi di calcio le utilizzarono per studiare le tattiche di gioco, al posto delle vecchie lavagne. Il calcio da tavolo continuò a fare proseliti anche grazie alla promozione fatta da noti calciatori, come Sir Stanley Matthews e Nat Lofthouse.  

Nel 1961, le fortune di Subbuteo e Newfooty presero strade molto diverse. Per prima fu la Subbuteo ad impostare figure OO nelle squadre per il Natale del 1961. Che lo sapessero o no, questi set resero il marchio Subbuteo famoso in tutto il mondo.  Keeling dopo una campagna pubblicitaria TV molto costosa e spinto dal recente successo con un annuncio sul territorio, si aspettava una buona risposta. Ma l’annuncio del sig Keeling non raggiunse il pubblico previsto e la risposta fu scarsa. Oltre a questo, l'azienda affrontò una fattura fiscale di grandi dimensioni, e con tutti i loro fondi legati in azioni, questo portò alla chiusura. Nell'inverno 1961 intanto Newfooty Liverpool e Subbuteo lanciarono le nuove figure 3D destinate al pubblico dei più giovani in corrispondenza delle vacanze natalizie. Newfooty, per un sacco di motivi, chiude i battenti sommersa da debiti. Qui comincia la storia dell'oggettino. Gli avanzi di magazzino Newfooty, set box completi e le nuove miniature, vengono venduti alla Crestlin, un'altra ditta di Liverpool, che per smaltirli li "smonta" e distribuisce con una scatolina bianca. Costano meno delle figurine del Subbuteo e in pochi mesi finiscono.  Le miniature sono stampate male, progettate peggio, si rompono a guardarle e basta vedere l'appoggio sulla barretta per rendersene conto.  Tuttavia, Will Keeling non aveva intenzione di rinunciare al suo bambino così facilmente, e nel 1963 una nuova società "Crestlin Ltd" cercò di vendere il gioco una volta di più.  La cosa più interessante di questa scappatella finale per Newfooty è stata il fatto che le serie di scala OO aveva:

 | Set No. 0 | Squadre di carte, ecc
 | Set No. 1 | Squadre Celluloid, obiettivi ecc compensati (anche se gli obiettivi di tutte le plastiche sono stati spesso inclusi).
 | Set No. 2 | Set 1, ma con squadre di 3-D. 
 | Set No. 3 | Set 2, più campo. 


L'indirizzo Crestlin era 33-35 Longmoor Lane, Liverpool 9. Nel 1965 la Compagnia Newfooty acquista una fabbrica nella zona industriale di Kirkdale, ma solo poco tempo dopo W. L. Keelings decise di ritirarsi dagli affari vendendo la sua attività alla Subbuteo Sports Game.


DOPO LA GUERRA


Dopo il termine del conflitto, il problema da affrontare fu la scarsa reperibilità di materia prima, che impose una nuova progettazione del gioco, principalmente per il tipo di componenti, con il fine di mantenere ancora abbordabile il prezzo di vendita. La produzione fu affidata ad Austin de Speke per le figurine ed i contenitori, i palloni di gioco, ora disponibili in due misure, furono prodotte in Francia, mentre i campi di gioco a Liverpool ed a Manchester. In questo periodo fu creata l'area di tiro, così come la conosciamo ai giorni nostri.  La tecnica dei materiali comincia a svilupparsi e nel 1948 le figurine subiscono una prima radicale trasformazione. Il piedistallo, in origine interamente rosso o blu (come nelle nuove attualissime confezioni Club) venne dotato del dischetto di colore diverso superficiale e caratterizzato dall'essere cavo. Ciò comporta una minore stabilità della miniatura, che viene resa nuovamente stabile con la introduzione della famosa rondella in metallo stabilizzatrice, introdotta a partire dal 1952. Intanto, nel 1949 inizia l'introduzione della plastica per le miniature dei calciatori e per le porte di gioco, entrambe prodotte dalla U.K. Plastics di Londra. 

NEWFOOTY, SUBBUTEO E CALCIO MAGNETICO



Credo che la rondella esterna sia la chiave dell’arcano dualismo. Il Newfooty fino alla metà degli anni cinquanta poteva essere giocato anche in versione magnetica , muovendo gli ometti con una braccio a calamita sotto un asse di legno. Funzionava peggio del Subbuteo ma era double face, mentre Adolph si vantava di produrre un gioco “no magnetic” dice e tutto d’abilità. 



Successivamente arriviamo agli anni ’70 con i giochi da tavolo e lo Striker, della Palitoy.


Si diffondono ben presto il Goleador Derby e il Targetman Subbuteo, tutti similari con lo stesso dispositivo x calciare

     


Come detto Peter Adolph cedette tutti i diritti della Subbuteo, alla Waddingtons Games nel 1968 per due miliardi e mezzo di vecchie lire. Successivamente forse riprendendo dei vecchi appunti o modificandone alcuni o ancor meglio forse per uno spiccato senso imprenditoriale, Peter Adolph produsse per una vendita di prova in Spagna negli anni '60 delle basi particolarissime, la serie Aquila. Per chi non lo sapesse le basi con lo smusso hanno un brevetto depositato il 04/12/1974. Mai mandate in produzione dalla Subbuteo Sports Game Limited. Nel 1974, allorché tentò di commercializzare il prodotto nel Regno Unito - dopo che ne aveva proposto la vendita dei diritti alla Waddington's questa lo minacciò di adire le vie legali per plagio. Mr Adolph decise allora, come racconta il figlio Mark Adolph in un suo libro (SP Book – 2006 – Growing up With Subbuteo), di lasciar perdere e le Aquila non entrarono mai in produzione. La cosa interessante sarebbe sapere il motivo che indusse l'ideatore del Subbuteo a introdurre una modifica ai materiali, che avrebbe in parte cambiato la natura del gioco e che avrebbe anticipato i tempi. ...problemi credo di natura commerciale: le giacenze di basi non smussate saranno state enormi...Ma anche di costi di produzione...Stiamo parlando del 1976 e produrre basi di forma "particolare" (ovvero non semplicemente tagliate in modo netto come avveniva fino a quel momento) sarebbe stato piuttosto oneroso all'epoca credo. Infatti creare uno smusso così piccolo perfettamente omogeneo per milioni di pezzi non era certamente così semplice da realizzare. Probabilmente per questo motivo si decise che "il gioco non valeva la candela" visto che oltretutto il subbuteo era all'apice del successo e le vendite erano assolutamente soddisfacenti.


Il gioco del grande calcio della Ellegi


Ed ecco infine il calcio con la molla della Arcofalc che fa la sua apparizione nel 1974 per diffondersi per tutti gli anni 80 e 90.



Subbuteo soccer market…le carte da gioco


Ebbene si, avete letto bene, un gioco di carte targato Subbuteo. Subbuteo soccer market è il nome di questo set di carte prodotto nella sua prima versione nel 1947-1948. Un set comprendeva 4 squadre con ciascun giocatore per ruolo e alcune carte “jolly” con un pallone raffigurato con la scritta “all rounder”per un totale di 48 carte. Le carte erano vendute in una cover di plastica gialla trasparente con impressa sul fronte la dicitura del produttore con tanto di indirizzo. Ciascuna carta riprendeva ciascun giocatore in movimento per ruolo davvero ben raffigurato e sul retro su un campo di calcio si presenta in tutto il suo splendore il logo dell’omino calciante utilizzato da Subbuteo in quegli anni. Insieme alle carte veniva fornito anche un foglietto con le istruzioni di gioco.

  Furono prodotte due versioni di questo gioco. La prima versione comprendeva Arsenal ,Birmingham City, Queens Park Rangers e Lincoln City.

La seconda versione del set comprendeva invece Arsenal, Newcastle Utd, Cardiff City, and Celtic.

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